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Ci pensa la mamma


di miramare
06.10.2011    |    103.251    |    1 9.7
"Si chiese se fosse stata colpa della sua eccessiva presenza nelle loro vite fino a quel giorno, erano già grande e quando salutava la mamma le dava ancora il..."
CI PENSA LA MAMMA

Certe volte, anzi sempre, il compito di genitore non è per niente facile. Si rischia di dover prendere decisioni che si possono rivelare nel tempo sbagliate o dalle conseguenze inaspettate in quello che sarà la felicità di un figlio, la forgiatura del carattere e del temperamento dell’uomo o donna che sarà.
Fiamma era una donna perbene, di 43 anni, mamma di due figli Simona e Paolo di 17 e 16 anni.
Fiamma è sempre stata una bellissima donna, pelle liscia capelli scuri lunghi alle spalle, un fisico tonico grazie alla palestra ed un seno generoso e bello che attirava e non poco gli sguardi ed i commenti degli uomini e delle donne invidiose.
La bellezza era una delizia per chi la vedeva ed una condanna ad essere sempre guardata e desiderata.
Aveva avuto due figli e sembrava ancora una ragazza, aveva un lavoro nella ditta del marito che era anche lui un bell’uomo ma era sempre in giro per il mondo per lavoro, si vedevano poco ma andava bene così.
I loro figli non potevano che essere belli come loro.
Fiamma lavorava la mattina era una donna molto presente nella vita dei figli e cercava di dare loro tutto il meglio che poteva, il loro rapporto era meraviglioso però con il tempo, gli anni la mamma era diventata il filtro di qualunque cosa succedesse a loro.
Simona e Paolo frequentavano la stessa scuola ed il giorno del ricevimento parenti Fiamma andò a parlare con i professori assieme i figli, c’erano anche tutti gli altri genitori e lei si staccò un attimo per salutarli.
Chiaccherando, Fiamma teneva d’occhio i sui due ed osservandoli vedeva che stavano sì con gli altri ma non c’era complicità; specialmente per Paolo con le ragazze.
Era terribilmente timido e non reggeva neanche gli sguardi dell’altro sesso.
Si chiese se fosse stata colpa della sua eccessiva presenza nelle loro vite fino a quel giorno, erano già grande e quando salutava la mamma le dava ancora il bacino…va bene avere una madre bellissima ma ogni cosa ha la sua stagione.
Pensò che era il caso di parlarne con lui, indagare sulla sua vita privata se glielo avesse permesso.
Tornarono a casa e la giornata trascorse come una giornata normale, inebriata dalle lodi che gli insegnanti avevano per i figli di Fiamma, molto bravi a scuola.
“Eppure gli procuro attività, sport, sono belli ed intelligenti, forse meno di come li vedo io che sono la mamma” Pensava Fiamma tra sé e sé.
Cenarono, un po’ di tv e poi andarono a dormire nelle loro stanze, il bacino della buonanotte a Simona e poi nella stanza di Paolo.
Smack.
“Buonanotte amore mio, sogni d’oro”
“Notte mamma” rispose lui.
“Paolo - disse poi lei - mi rispondi se ti faccio una domanda?” Chiese Fiamma tentennando.
“Penso di sì Mà”
“Tesoro, oggi ti ho guardato mentre eri con i tuoi amici e mi sei sembrato tanto timido; quasi non parli con le ragazze. Hai litigato con qualcuno per caso? Non mi sembri proprio il tipo sai?
“Ma no mamma” disse lui un po’ stupito.
“Ma allora cosa c’è Paolo, sembravi strano…timido come non ti conoscevo”
“E’ che…”
“Che?”
“Che mi piace una ragazza ma ho paura di farmi avanti”
“E perché mio Dio?”
“Perché dicono che lei è un tipo sveglio ed io non ho mai avuto una fidanzata perché non mi oso, non so neanche come si bacia una ragazza” rispose Paolo liberandosi di quell’ enorme sasso sullo stomaco.
“Amore mio, non ti preoccupare tutto succederà e sarà bello; non temere e stai tranquillo. Dai retta alla mamma”
Detto questo lo accarezzò dolcemente ed usci dalla stanza per andare nelle sua,
Ma non dormì neanche un minuto, secondo lei ere colpa sua se i figli faticavano così ad esprimere la loro personalità. Ne era sempre più convinta.
Decise che doveva fare qualcosa per risolvere il disagio di suo figlio, visto che lei ne era (o no) la causa.
Il rito della buonanotte era cosa consolidata ed il giorno seguente prima di andare a letto Fiamma salutò Simona e poi entrò nella camera di Paolo.
“Buonanotte tesoro”
“Buonanotte”
“Paolo, ma sul serio non hai mai baciato una ragazza?”
“N-no, perché”
“Vieni qui - sussurrò - te lo insegno io, stai tranquillo”
Lui non credeva alle sue orecchie e rimase in silenzio con gli occhi sbarrati e Fiamma, che aveva una giacca da camera che nascondeva gli slip ed il reggiseno senza lasciar trasparire nulla, lo prese dolcemente per il viso e gli diede un bacio sulla bocca.
Non il classico bacetto di saluto, ma un bacio lento, morbido, e poi si staccò.
Lui tremava, aveva sentito l’odore di sua madre, lo stesso di sempre ma gli aveva fatto un altro effetto: un brivido gli saliva dal ventre in su ed il cuore batteva strano.
“Allora, ti è piaciuto il bacio?”
“Ma… mamma - non riusciva a dire nulla, era tra l’estasiato e lo sconvolto - si, credo di si” riusci a biascicare
“Bene, allora visto che sei ancora vivo? Un bacio non ha mai ucciso nessuno, può essere solo bello, ora ti insegno un altro giochino, adesso ti do un altro bacio… un po’ più vero; se ti è piaciuto prima, goditi questo e poi fai quello che ti viene, quello che ti senti”
Lo prese dolcemente per i fianchi, lo portò a sé e lo baciò nuovamente.
Lei muoveva le labbra mordicchiando le sue, poi gliele aprì e con la punta della lingua gliele bagnò; piano la usò per aprigli le labbra via via sempre più rilassate e quando fu dentro la sua bocca inizio a massaggiare la lingua di suo figlio in un modo così bagnato e sensuale che luì capì subito quanto era stato sciocco ad aver così paura del primo bacio, e allora rispose a sua madre mettendo la lingua nella sua bocca cercando di sentire tutti i gusti che poteva raccogliere.
Senza accorgersene le mani erano sulla sua vita ed aprendo gli occhi vide di che seno era dotata sua madre.
Ebbe un altro brivido e Fiamma dolcemente si staccò, non voleva esagerare.
Ma era contenta, Paolo sembrava essersi un po’ sbloccato, era anche un po’ eccitata e se ne vergognò.
Anche lui era eccitato, non lo aveva detto ma si vedeva il pigiama gonfio creandogli non poco imbarazzo.
Non sapeva che dire, ci pensò lei.
“Amore mio, era il minimo che potessi fare per te, te lo dovevo, lo meritavi.”
“Grazie - rispose lui timidamente - mi è piaciuto, sei stata una brava maestra“ Osò dire con un pizzico di euforia tipica.
“E tu un bravo allievo, buonanotte tesoro”
E con questa frase si alzò e andò in camera sua, a dormire.
Anche se in fondo al cuore tutti e due sapevano che qualcosa era cambiato, e non si erano accorti che Simona li aveva spiati dalla porta socchiusa.
Superfluo dire che Paolo resistette poco meno di un’ora prima di andare in bagno a masturbarsi, il suo uccello non voleva saperne di scendere da solo e così dovette provvedere lui, per vergognarsi con se stesso subito dopo.
La mattina seguente la giornata iniziò come al solito, colazione scuola ecc. solo prima di uscire di casa lui salutò con il solito bacino la madre guardandola con gli occhi di chi è tra il timido ed il furbetto e sottovoce le sussurrò: “Grazie per ieri sera mamma”
E lei pronta gli rispose: “Ssst non è successo niente tesoro, questo deve rimanere il nostro piccolo segreto ok? Nessuno saprà mai niente chiaro?”
“Niente” disse lui, e raggiunse la sorella che era già uscita… ma sapeva tutto.
Oramai Paolo aveva deciso dentro di se che il momento magico della giornata era la buonanotte, tutto il giorno sognò e sperò di ripetere l’esperienza della sera prima.
Dopo ogni giorno solitamente segue la sera ed anche quella volta arrivò puntuale l’ora di dirsi buonanotte.
Fiamma come sempre prima di andare a dormire si preparò in bagno, e poi entrò nella camera di Simona che era la più vicina e le diede la buonanotte; passò davanti alla sua camera che si trovava tra le due per entrare da Paolo.
“Allora buonanotte tesoro” disse lei sedendosi sul letto.
“Buonanotte mamma” rispose lui non sapendo come comportarsi.
“Lo vuoi un bacio come quello di ieri? Io te lo do volentieri se vuoi.”
“Si, certo” non aspettava altro.
Allora Fiamma si avvicinò e mise le sue labbra sulla bocca di suo figlio come la sera prima, lo leccò per bene fuori e dentro le labbra e lui rispose più voglioso di ieri prendendola per il viso per muoverle la testa dolcemente in modo da riuscire a esplorare la sua bocca in ogni angolo. Che bacio. Lungo, dolce e fisico; un sogno.
“Bravo amore mio - disse Fiamma - mi è piaciuto più di ieri sai? Penso che ora meriti un premio.”
Lui non rispose perché nonostante fosse praticamente sulla luna non sapeva cosa fare e cosa non fare, scelse furbamente di lasciar condurre il gioco alla mamma.
Lei vedendo la sua espressione gli lesse nel pensiero così allargò la vestaglia tanto da sfilarsi le maniche e la lasciò scivolare sui fianchi fino alla vita e rimase in reggiseno.
Si fece ammirare per qualche secondo poi disse:
“Ti piacciono?
“Ti diverti a torturarmi vero mamma? Comunque la risposta è si”
Paolo non aveva mai visto il seno di una donna così da vicino, vedere quello di sua madre, con quell’atmosfera era fantastico. Pensò che mamma aveva due tette da fare invidia ad una ventenne.
Si sbottonò il reggiseno da dietro poi allungò le braccia verso lui come per invitarlo a sfilarlo e Paolo lo sfilò; le tette di sua madre erano sode e chiare, con un capezzolo piccolo, scuro e già duro, eccitatissimo.
Fiamma con una mano prese da sotto una delle sue tette e la tirò verso di lui come per offrirgliela: “Tieni assaggiala se vuoi” e con l’altra mano gli avvicinò la testa e gli mise il suo seno in bocca e lui prima lo bacio, poi quando sentì l’odore di sua madre comincio a succhiarlo, a leccare il capezzolo duro come il marmo.
Li prese tutti e due tra le mani e leccava prima uno poi l’altro poi li stringeva dolcemente e li allargava per bagnare di saliva anche in mezzo per poi stringersi la faccia tra le tette.
Poi con la lingua torno su, leccò la gola, passò per il mento e di nuovo in bocca; Fiamma vibrava, godeva da morire, in silenzio, respirando col naso.
Quando Paolo riprese fiato lei notò quanto era eccitato
Allora lei maliziosamente: “Io volevo solo svezzarti tesoro ma tu ci hai preso gusto vedo!”
E gli indicò in basso, lui l’aveva durissimo e non stava più negli slip.
“Vieni qui sciocco.”
Le piaceva parlargli come ad un bambino piccolo, mentre facevano quei giochi proibiti.
Con due dita nell’elastico fece salire le mutande fino a coprirgli quell’uccello giovane e ben messo, poi appoggiò il palmo della mano sugli slip quindi sul membro ed iniziò a tastarglielo per poi massaggiarlo su e giù stringendo ed allentando abilmente la presa. Non ci mise neanche due minuti a venire.
Lei fu brava a prendere il suo succo quasi tutto in mano,e lo assaggiò sorridendo.
“Come è andata questa sera, hai goduto figlio mio?”
“Si, come un maledetto… ma come fai… è troppo bello” disse lui ancora stordito dalla libidine.
“E’ solo l’amore della mamma, buonanotte tesoro, ti amo”
Si leccò ancora le mani e lo baciò sulla bocca per fargli sentire il suo gusto.
“Notte mamma, ti amo anche io.”
Fiamma uscì ed andò in bagno a lavarsi le mani in silenzio per non svegliare la figlia,
Che solo un minuto prima era rientrata nella sua camera dopo essersi goduta lo spettacolo… ed essersi bagnata da doversi cambiare.

Fine prima parte...
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